Nel 1738, per volere del re di Napoli Carlo di Borbone, si diede inizio alle prime esplorazioni sistematiche del sottosuolo ercolanese attraverso una rete di pozzi e cunicoli che permettevano di superare i circa 20m di interro vulcanico per raggiungere il piano dell’antica città. La durezza del fango vulcanico e la difficoltà di scavare gallerie sotterranee fecero abbandonare dopo pochi decenni l’impresa, Dopo limitati scavi a cielo aperto realizzati nel XIX secolo fu soltanto nel 1927 che si diede avvio ai nuovi scavi di Ercolano diretti da Amedeo Maiuri, grazie ai quali venne liberata, restaurata ed aperta al pubblico buona parte dell’area che oggi costituisce il parco archeologico.