Il proprietario

L’architettura della tipica casa romana era progettata in funzione delle esigenze del proprietario. Al piano terra era divisa in due settori ben distinti: pubblico e privato. Il primo ruotava intorno all’atrio che era direttamente collegato alla strada pubblica tramite uno stretto corridoio (fauces) subito dopo la porta. La stanza principale di questa zona era il tablino, un ambiente destinato a studiolo, dove il proprietario riceveva gli ospiti e gestiva i suoi affari. La parte privata, invece, è caratterizzata dalla presenza di un portico su cui si affacciano numerosi ambienti utilizzati come camere da letto o per il soggiorno. Importante è la presenza del triclinio, la sala da pranzo dei romani, in cui il proprietario poteva sfoggiare tutta la sua ricchezza in occasione di festosi banchetti. Alcune case di Ercolano hanno dei portici con deliziosi giardini ed affaccio sul mare come la Casa dell’Albergo, dell’Atrio a Mosaico e quella dei Cervi.

L'ospite

Il proprietario della casa romana riceveva continuamente ospiti sia per affari che per divertimento. All’ingresso, seduti su appositi sedili in muratura disposti ai lati del portone, commercianti e fattori aspettavano il loro turno per parlare con il proprietario che li riceveva nel suo studio aperto sull’atrio. Agli ospiti delle feste, invece, era permesso di accomodarsi nei tanti ambienti che si disponevano intorno al grande portico con giardino che si sviluppava nella parte retrostante dell’abitazione. Qui, sdraiati su comodi letti, si godevano sontuose cene animate da spettacoli di musici, mimi e attori. Spesso queste feste erano organizzate per stringere accordi sulla gestione del potere cittadino o per rinsaldare legami di parentela tra famiglie illustri mediante matrimoni combinati.

Lo schiavo

Contrariamente a quanto oggi si possa pensare gli schiavi abitavano gli appartamenti disposti ai piani alti degli edifici in stanze spesso di piccole dimensioni, ma munite di tutti i comfort. Alcuni vivevano all’interno dell’abitazione del padrone ed erano a sua completa disposizione per qualsiasi necessità. I più istruiti potevano essere maestri o medici, mentre gli altri venivano utilizzati per le faccende domestiche e i lavori più umili. Importante era la figura del servo che controllava l’ingresso. A lui era riservata una piccola stanza proprio nei pressi dell’atrio, la parte pubblica della casa. Alcuni schiavi sono restati al proprio posto di lavoro anche durante l’eruzione come dimostrano il Sacello degli Augustali e la Casa di Granianus dove sono stati ritrovati gli scheletri di alcuni abitanti. Spesso i padroni erano legati agli schiavi da stretti rapporti che continuavano anche dopo essere stati liberati come dimostrano le tavolette cerate ritrovate nella Casa del bicentenario. Altre figure di rilievo erano i cuochi che, all’interno di strette e affumicate cucine, preparavano succulente pietanze per i sontuosi banchetti organizzati dal proprietario.